TERAMO – Un cliente di una banca subisce una frode sulla carta bancomat e chiede il risarcimento all’istituto di credito che glielo nega: il ricorso all’arbitro bancario e finanziario da ragione al cliente. Esprime soddisfazione l’associazione consumatori Robin Hood, che segnala il caso di G.T., correntista della Banca Popolare di Lanciano e Sulmona, al quale erano stati sottratti 1.200 euro dal Bancomat. Il cliente si era accorto dell’anomalia sull’estratto conto – dove erano segnate operazioni che non aveva mai effettuato – e aveva denunciato la frode alla Banca e alla Polizia giudiziaria, ma l’istituto di credito aveva negato la richiesta di rimborso di 1.200 euro – somma che superava la cosiddetta franchigia contrattuale -, motivandola con l’esistenza di una serie di operazioni, anche riconosciute dal cliente, nello stesso arco di tempo in cui sarebbe avvenuta la sottrazione indebita. Ma l’Associazione Robin Hood, attraverso il legale Gianni Falconi, ha sostenuto come tale tesi fosse offensiva della buona fede e della intelligenza del consumatore ma soprattutto che la legge sui sistemi di pagamento impone a banche e società emittenti oneri probatori gravosi, soprattutto che sono esse stesse a dover sopportare i danni conseguenti a truffe informatiche e non i consumatori come invece accaduto fino ad oggi. L’Arbitro bancario e e finanziario ha dato ragione al cliente, che ha condannato la Banca a rimobrsare 1.212,42 euro oltre alle 150 di franchigia come da contratto e alle spese di procedimento.